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Ceramiche e porcellane per Richard-Ginori, Manifattura di Doccia, Sesto Fiorentino (Firenze) e San Cristoforo (Milano)

1923-1938
Product design ed arti decorative;
Opere realizzate;

Committente
Richard Ginori

Quando la Richard-Ginori vince a Parigi il Grand Prix alla Expo del 1925 (Exposition International des Arts Décoratifs et Industriels Modernes), il giovane Ponti è direttore artistico da due anni e ha rivoluzionato l'inte­ra produzione. (Ci sono, a questa Expo, due punti lumi­nosi italiani: la saletta neoclassica di Ponti e la sala futu­rista di Prampolini: colpiscono la critica francese, e si ignorano fra loro.) Il periodo Ponti ha un duplice valore, nella storia mo­derna della Richard-Ginori. Alla Manifattura Richard-Ginori di Doccia, Ponti non solo inventa e disegna (per le mani abili di allora) i famosi Grandi Pezzi d'Arte De­stinati alle Collezioni e ai Musei (da La conversazione classica a La casa degli efebi, ai Vasi delle Donne e delle Architetture). Ma anche organizza un sistema di famiglie di pezzi (da grandi a piccolissimi, dalla famiglia del Blu Ponti con oro inciso a punta d'agata alla famiglia del gran rosso di Doccia) con cui risuscita e insieme fa proliferare l'intera produzione, e la spinge alla serie. Con lo stesso spirito Ponti promuove il primo cata­logo completo della Ceramica Moderna d'Arte Richard-Ginori (con testi in italiano e in inglese), disegna lui stesso la pubblicità della Richard-Ginori in Domus, 1928, provoca i contatti della Richard-Ginori con le grandi esposizioni del momento, suscita occasioni di grandi in­terventi ambientali per la ceramica. È questo il modo con cui Ponti collabora con le industrie, e sarà così per tutta la sua vita. Con entusiasmo e distacco. (Così il suo neo­classico è un divertimento segreto: nei suoi labirinti gli angeli portano la sacca da golf) E Carlo Zerbi e Luigi Tazzini, dirigenti alla Manifattura di Doccia quando Ponti vi entrò, saranno i primi destinatari delle sue sem­pre urgenti lettere scritte e disegnate (lettere che martelle­ranno, felici, tutti i collaboratori: sono le sue lettere più belle, senza ossequio e senza sentimento): nei vasi l'ese­cuzione sia espressiva, e perfetta e bella, e le architettu­re tocchino pure un po' le nubi, non sta male: tutto il resto bene, e si facciano subito copie, e le riproduzioni de­gli oggetti venduti a Parigi siano fedelissime e accuratis­sime: è per l'onore della nostra casa, e si fotografino tutti i pezzi nuovi: manderemo le foto a Ojetti, a Parigi, a Monza: una serie o due occorrerà tenerle per Maraini, che potrebbe scrivere qualche articolo su riviste inglesi e americane: avete letto il Corriere di oggi? A Sesto Fiorentino il Museo delle Porcellane di Doccia conserva quattrocento pezzi del periodo Ponti (interno al Quinto Periodo della storia della Manifattura). La col­laborazione di Ponti si estenderà a episodi successivi ne­gli anni Trenta (e troveremo sempre le mani abili di Elena Diana) e negli anni Quaranta e Cinquanta.