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Mostra Universale della Stampa Cattolica, Città del Vaticano

1936 Roma
Progetti per mostre e fiere;
Opere realizzate;

Ho lavorato a Corte: così Ponti descriveva la sua esperienza in Vaticano per la Mostra Universale della Stampa Cattolica. E' il primo lavoro di Ponti per la Chiesa, la prima grande mostra tutta affidata a lui, il suo primo incontro con il Monumento. Il Monumento (le muraglie di Giulio II, il nicchione bramantesco della Pigna, la fontana secentesca del Maderna, il colonnato del braccio nuovo Chiaramonti) è accostato, e talora incluso, con distacco: l'ambiente antico suggerisce soltanto la scala.

La mostra è intesa come un'opera d'arte il cui osservatore è in movimento: i suoi mezzi espressivi sono i percorsi, le prospettive attraversanti, i giochi di luce. La Chiesa è quella per cui Ponti può dire (parlando della mostra in Domus... un'intonazione severa e candida, quasi la mostra sia la casa di un ordine monastico, l'ordine della Stampa Cattolica.

Cuore dello spettacolo è il Salone Maggiore o Sala del Trono, con gli arazzi raffaelleschi, il pavimento in linoleum bianco e le pensiline rosse (rosso Ponti). E poi ci sono invenzioni che Ponti riprenderà in seguito: la scalinata con i piani dei gradini in marmo bianco e i fronti in marmo colorato (scalinata candida se vista dall'alto, coloratissima se vista dal basso) la sequenza delle quinte-pagine scritte, e la prospettiva a pavimento montante. Di questa mostra disse Piacentini: Qui c'è tutto Ponti, sognatore e matematico.