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Interni dell’Istituto Italiano di Cultura, Palazzo Füstenberg

1935-1936 Vienna, Austria
Edifici per uffici e società;
Opere realizzate;

Quando fu incaricato di sistemare e arredare, per l'Istituto Italiano di Cultura, gli interni di Palazzo Furstenberg a Vienna, Ponti usò un suo modo di commentare, con leggerezza e distacco, quell'architettura antica. Ma il suo legame con Vienna è qualcosa di più: è un'affinità, sia pure per differenza, un'affinità più di pensiero che di segno, nell'amore per la domesticità nell'architettura e per le arti applicate. Lavorando in quegli anni a Vienna a contatto con Hoffmann, Frank, Wlach, Strnad, Haerdtl, l'ammirazione di Ponti era per la famosa Kunstgewerbeschule, scuola d'arte applicata, come già per le Wiener Werkstadtte, che avrebbe voluto anche in Italia. Conobbi la Vienna della Secessione, di Klimt, di Loos di Max Reinhardt. Devo a quegli esempi di moderna perfezione espressiva il mio primo sentimento di una patria europea. Patria che ritrovò dopo la seconda guerra mondiale in quella che per lui è la splendida fragilità della cultura viennese, nobilitata dalla presenza di un'alta nostalgia e di quel tanto di malinconia che rende umane le cose. Così è per lui l'Europa, altrettanto sacra alla civiltà e altrettanto fragile.