ANNI QUARANTA: SCRIVERE, DIPINGERE, PROGETTARE

"L'Italia non ha che la sua civiltà per salvare la sua civiltà." Questo motto appare, nel'43, sulla copertina di Stile 32-34, numero miracolosamente uscito dopo il bombardamento delle sedi dell' editore (Garzanti). In questo decennio, che contiene la guerra e il dopoguerra, la parola che conta, per Gio Ponti, è ancora "Italia", e l'opera sua più importante - insieme alla pittura - è Stile, la rivista che per anni (dal '41 al '47) vive con stile le sorti della guerra. L'Italia che Ponti sostiene (come sempre) è quella il cui "primato" è nell'arte (architettura compresa) e nelle arti: un'Italia che si esprimerà anche, alla fine degli anni 40, con l'esplosione della "ceramica d'arte" e con le acrobazie decorative di Gio Ponti stesso. Ma è anche l'altra Italia, l'Italia bombardata da riedificare "migliore" con la "normalizzazione eccellente", con la "carta della casa", con i concorsi per i "testi per la ricostruzione", per i quali Ponti (e altri con lui) si batteva in Stile, nei quotidiani, in pamphlets (Cifre parlanti, '44) e in pubblicazioni in cui eran coinvolti i progettisti e l'industria (Verso la casa esatta, '45), un'Italia di cui non s'è più parlato. Ponti stesso uscirà da questa appassionata solitudine, fatta anche di libri (soliloqui, dal Coro, '44, a L'architettura è un cristallo, '45), di pittura (pittura allegorica: gli affreschi al Palazzo del Bo, sede del Rettorato dell'Università, a Padova, '40), e di occasioni teatrali (scene e costumi per il Pulcinella di Strawinsky al teatro della Triennale, '40, scene e costumi per l'Orfeo di Gluck alla Scala, '47: ma Ponti sognava la regia). Quando tornerà a Domus, nel '48, portandovi il suo carico d'arte, sarà sollecitato ai confronti, aperte le frontiere, ripresi i viaggi (un viaggio a Barcellona nel '49) sulla nuova scena del mondo. In questi ultimi due anni del decennio, che anticipano i Cinquanta nel bene e nel male, la sua architettura (allora più progettata che costruita) matura una definizione che esploderà pochi anni dopo.

Da "Gio Ponti, l'opera" di Lisa Licitra Ponti,1990, Leonardo Editore

  1.  
  2. Villa Donegani
    1940
    Bordighera (Imperia)
  3. Casa Ponti (prima versione)
    1944
    Civate Brianza (Como)
  4. Quartiere Breda
    1946
    Milano
  5. Villa in Via del Tiro a Volo
    1947-1950
    Sanremo (Imperia)
  6. Piscina per l’Hotel Royal
    1948
    San Remo (Imperia)
  7. Villa Plodari
    1949
    Rapallo (Genova)